domenica 29 ottobre 2017

Il tramonto di stasera ...

Mentre ho ammirato, in internet, le foto del tramonto di stasera, 29 ottobre 2017, nell'Italia Nord-Occidentale (da Milano verso Torino), mi sono accontentato di scattare questo (clikkate per ingrandire). 


Di certo non regge il confronto con quei cieli ammirati in quel di Milano - che sembrano dipinti da Van Gogh o forse da Munch...




domenica 22 ottobre 2017

Un allievo di Gay-Lussac...

Hector Berlioz (1803-1869), il musicista francese passato alla storia per un celebre trattato di orchestrazione e per la composizione di una serie di partiture con organici vocali e orchestrali imponenti (il suo "Te Deum" richiede diverse centinaia di esecutori e così il "Requiem", con le quattro orchestre di ottoni che annunciano il giudizio finale nel "Tuba mirum"), fu costretto in gioventù a tentare gli studi di medicina a Parigi. 

I genitori gli spedivano un cospicuo assegno mensile che il nostro spendeva in opere e concerti, anziché per frequentare l'università. 

In realtà, nei suoi diari ricordava di detestare gli studi di anatomia e di clinica, mentre provava un certo fascino per le lezioni di Thenard (chimica), di Biot e di Gay-Lussac (fisica).




Anche questi sono "episodi della vita di un'artista" - come quelli evocati nella sua Sinfonia Fantastica op. 14, dove il giovane autore si racconta innamorato, non corrisposto e, avendo esagerato con una dose di oppio, "fantastica" - appunto - di vedere l'amata prima ad un ballo, poi tra le Alpi svizzere (si odono in lontananza i suoni che ricordano i ranz des vachez), quindi al suo stesso supplizio sulla ghigliottina e infine al funerale - con le campane a morto, il Dies Irae gregoriano e il sabba delle streghe compiaciute della sua morte, tra cui compare nuovamente l'amata.


giovedì 19 ottobre 2017

ELIO E GEO IN UN GRAFICO CONFRONTO


Questa splendida GIF mette a confronto due concezioni del cosmo differenti: la teoria eliocentrica descritta da Copernico (a sinistra) e la teoria geocentrica di Tolomeo (a destra).

La teoria eliocentrica, per altro già intuita da Aristarco di Samo (310-230 a.C.) e riproposta da Niccolò Copernico nel XVI secolo, considera il sole al centro del sistema solare (intuizione corretta), attorno al quale ruotano i pianeti in orbite circolari (errore!). 

Solo successivamente Keplero sostituirà le orbite circolari con le orbite ellittiche, di cui il sole occupa uno dei due fuochi. Pertanto, ciascun pianeta non è equidistante dal sole in ogni punto della sua orbita e la sua velocità di rivoluzione varia e risulta massima in perielio (punto di massima vicinanza al sole) e minima in afelio (massima distanza dal sole). Ciò sarà spiegato poi da Newton, che sostituì agli spiritelli di Keplero la più scientifica forza di gravità.


La teoria eliocentrica ha sostituito la teoria geocentrica ipotizzata da Tolomeo e descritta da lui nell'Almagesto: la terra è al centro del cosmo e attorno ad essa ruotano gli oggetti celesti compiendo un moto assai complesso, ben rappresentato nella figura. 

La teoria di Tolomeo, pur nei suoi limiti, ebbe una grande influenza sulla cultura e sugli autori successivi, da Dionigi l'Aeropagita a Dante Alighieri

Leggendo la Divina Commedia emerge infatti una descrizione del cosmo in piena sintonia con la concezione geocentrica: la terra, sferica, al centro, nel cui ventre si apre l'inferno, e attorno i cieli traboccanti dell'Amor che move il sole e le altre stelle.


... buono studio!

venerdì 13 ottobre 2017

Il cielo in rassegna...

Presento in questo breve post una rassegna di immagini interessanti riguardanti il cielo. Alcune sono amatoriali, altre circolano in internet. Dedico la rassegna ai miei discenti e inizio con un classico: la Via Lattea, ripresa da un amico (Mattia Giacomello) e da me rielaborata in una post-produzione.


Proseguo con il diagramma H/R, che classifica le stelle in base alla magnitudo (da nane a giganti) e alla temperatura esterna, cui corrispondono i colori dal rosso al blu. Quasi tutte le stelle descrivono una sequenza principale che attraversano il diagramma in diagonale, da sinistra in alto a destra in basso.


Il diagramma permette di prevedere il destino di una stella, riassunto dallo schema seguente (clikkate per ingrandire).


Una foto affascinante mostra la costellazione di Orione, presa in Norvegia (dal web), con poco inquinamento luminoso: in alto, Betelgeuse (a sx, rossa), Bellatrix (a dx); le tre stelle della cintura e in basso Rigel (a sx, molto luminosa); tra le "gambe" si intravede la nebulosa brillare di luce gialla.


Per sentirci piccoli nell'universo, osserviamo la seguente sequenza che paragona la Terra agli altri pianeti interni; poi i pianeti interni ai pianeti esterni; poi i pianeti al sole; quindi il sole alle altre stelle di dimensioni crescenti:


Limitandoci alla famiglia del Sole, ecco un'immagine d'insieme:


Infine, ecco il mio unico scatto, in cui immortalo il "bacio" che Giove e Venere (i due puntini luminosi al centro della foto) si sono scambiati qualche anno fa nei nostri cieli: 


martedì 10 ottobre 2017

Dirac: un libro per una vita "segreta".



Paul Dirac (1902-1984), detto "il taciturno", era una figura dalle mille contraddizioni, che dovevano fare di lui l'uomo più strano del secolo: impacciato nella conversazione e mirabile nell'esposizione scientifica, timido con le donne e insieme capace di lasciarsi attrarre dal fascino femminile, rigoroso con colleghi e studenti e intanto appassionato di Topolino, freddo "come un ghiacciolo", ma anche pronto a battersi fino all'ultimo in difesa dei propri amici. 

Questo era "il fisico più bizzarro del mondo", colui che ha ricostruito l'intero edificio della meccanica quantistica, ha "inventato" l'antimateria prima di qualsiasi conferma sperimentale, ha ripensato insieme la fisica del molto grande e del molto piccolo aprendo nuovi orizzonti nella comprensione dell'Universo. E tutto ciò, come lui stesso amava ripetere, "lasciandomi prendere per mano dalla matematica".




sabato 7 ottobre 2017

Il piccolo Oliver e lo Zio W ...


Ieri, al termine della mia lezione pomeridiana all'Università degli Adulti-Anziani di Belluno, una signora del pubblico si è avvicinata alla cattedra e mi ha raccontato di aver visto in libreria un testo (tra i tanti) di cui avevo suggerito la lettura: "Zio Tungsteno - Ricordi di un'infanzia chimica", di Oliver Sacks (ed. Adelphi) - QUI. Era indecisa se acquistarlo o meno: temeva di trovarlo troppo difficile, visto che tra le righe si parla di chimica.



In realtà, con questo libro molto personale, il celebre psichiatra inglese - quello di "Risvegli" - ci apre le porte della grande casa edoardiana di Londra in cui viveva un ragazzino timido e introverso con la passione per la scienza di Lavoisier: di fronte al multiforme e al caotico, all'incomprensibile e al crudele, la purezza del metallo ha per il piccolo Oliver un valore simbolico, quasi la materializzazione di "idee chiare e distinte" e di un ordine stabile. 

Il tramite naturale verso questo mondo fantastico è Dave, lo zio Tungsteno, quello che fabbricava le lampadine. 



Guidati dai filamenti di luce, seguiamo l'evoluzione di quel ragazzino curioso e appassionato: e sarà come ricapitolare alcune tappe essenziali nella storia della scienza, fino a quando  - durante un viaggio in automobile - un rimprovero dei genitori di Oliver, ambedue medici, lo indirizzò agli studi di medicina. 

D'altronde, l'adolescente Sacks si era reso conto che "la chimica era finita": la chimica raccontata nel libro è quella romantica, dei grandi scienziati dell'Ottocento, che manipolavano forse incautamente cianuro e arsenico, cloro e fosforo senza cercare troppi dpi

Con la rivoluzione portata dalla meccanica quantistica, la chimica non era più la scienza degli elementi e dei composti, ma degli elettroni e dei legami: Sacks non ci si riconosceva e la scelta di continuare la tradizione di famiglia è parsa quasi ovvia, anche se udire da vecchio l'inconfondibile tintinnio di una barra di W che cade a terra ha risvegliato in lui la nostalgia per quell'infanzia così particolare - e a tratti invidiabile.

In realtà, "Zio Tungsteno" non è un libro di chimica, ma un monumento alla curiosità di un bambino che ha trovato negli esperimenti - e in uno zio intelligente - nutrimento per il suo intelletto (e, aggiungo, nella scuola del suo tempo, motivo di noia e di sofferenza).

Cara Signora, buona lettura! 

giovedì 5 ottobre 2017

Ci sono premi e ... premi.

Mercoledì 4 ottobre è stato dato l'annuncio dei nomi dei vincitori del Premio Nobel per la Chimica di quest'anno: Dubochet, Frank e Henderson

Si è deciso di premiare ancora una volta il contributo che la Chimica dà allo studio delle biomolecole, alla base della vita nella sua materialità. 

I tre scienziati, infatti, e i gruppi di ricerca da loro coordinati hanno perfezionato la crio-microscopia elettronica, "un nuovo metodo per visualizzare le molecole della vita" - metodo che opera a basse temperature.


L'unico crio-microscopio elettronico sul suolo italiano si trova a Milano, presso i laboratori dell'Università Statale: molti giornali, oggi, hanno dato più risalto a questo dato anziché alle figure dei tre premiati, che si divideranno equamente la modica somma di 9.000.000 corone svedesi (più o meno 950 mila euro). 

Dei tre, mi ha colpito la biografia di Dubochet e il modo in cui racconta il suo curriculum vitae. Egli si presenta quale "figlio di genitori ottimisti" e "primo dislessico ufficiale del cantone di Vaud": potete leggerlo integralmente QUI.