lunedì 31 luglio 2017

LEVI

Il 31 luglio 1919 nacque, a Torino, il chimico e scrittore Primo Levi, figlio di Cesare e di Ester Luzzatti. 


Allievo del liceo classico "Massimo D'Azeglio" dal 1934, si diplomò nel 1937 per iscriversi al corso di laurea in Chimica nell'università della sua città natale. Si laureò nel 1941 e sul diploma di laurea è precisata la sua appartenenza: "di razza ebraica".

Il padre, con il quale Levi ebbe un rapporto non sempre sereno, si era ammalato di tumore. Per aiutare la famiglia, Primo accettò un impiego semiclandestino presso una cava, con l'incarico di analizzare i minerali e gli scarti di lavorazione per individuare la possibilità di estrarre del nichel - come ricorda nell'omonimo capitolo de "Il sistema periodico". Nel medesimo periodo compone i primi tentativi letterari, due novelle confluite sempre nella medesima pubblicazione.

Nel 1942, Levi fu a Milano, al lavoro presso una ditta farmaceutica. Si avvicinò agli ambienti antifascisti e si impegnò nella lotta partigiana, trasferendosi in Val d'Aosta. 

Alla fine del 1943 è arrestato e riconosciuto come ebreo. Alla fine di febbraio dell'anno successivo è inviato al campo di Auschwitz III, dove fu impiegato, assieme ai compagni di prigionia, per costruire un nuovo stabilimento della IG-Farben, che avrebbe dovuto produrre gomma e carburanti.


"Non un solo chilogrammo di gomma uscì dalla Buna", ricordò Levi in "Se questo è un uomo", il celeberrimo testo che testimonia la sua esperienza di internato. Grazie alle competenze di chimico e a un severissimo esame, brillantemente superato, egli trascorse il rigido inverno 1944-1945 lavorando al caldo nel laboratorio dello stabilimento.

Il campo di Auschwitz fu liberato il 27 gennaio 1945: per Levi inizia il viaggio di ritorno attraverso l'Europa orientale, raccontato poi ne "La tregua". 

Rientrò a Torino, riabbracciò familiari e amici, cercò un impiego e, dopo varie esperienze, lo trovò presso una fabbrica di vernici, ove rimase fino al pensionamento. 


Scrisse nel frattempo il suo "libro liberatore" che diede alle stampe presso l'editore De Silva, con poca fortuna. Il successo come scrittore arriverà dieci anni dopo, nel 1956, e da allora sarà un crescendo continuo di successi.

Levi morì l'11 aprile di trent'anni fa, cadendo nella tromba delle scale del palazzo ove abitava. Suicidio? Incidente? Non si può dire. 

Di Levi rimane la testimonianza e rimangono i libri, quelli scritti da lui, quelli da lui amati e quelli detestati, specie da liceale (basta leggere le prime pagine de "Il sistema periodico"...). Tra tutti, il Gattermann: un trattato di Chimica Organica pratica, una sorta di libro di "cucina" con le "ricette" per nitrare il benzene o produrre il violetto di metile, che Levi studiò in tedesco e ritrovò al di là della recinzione del campo di Auschwitz. Un libro che gli salvò la vita due volte: prima, perché per studiarlo dovette imparare il tedesco; poi perché gli argomenti di quel libro costituirono l'oggetto dell'esame a cui fu sottoposto per essere associato al laboratorio della Buna. 

(Nota: foto dal web)

venerdì 28 luglio 2017

Mr. Tupper e gli happy parties ...

110 anni fa, il 28 luglio 1907, nacque Earl Tupper, l'inventore dei contenitori Tupperware. Impiegato presso la Du Pont, nota azienda chimica, egli scroccava il polietilene di scarto, lo lavorava e modellava tazze, piatti e stoviglie. 

(foto dal web)

Più tardi, nel 1938, fondò la Tupperware Plastics Company e cominciò la distribuzione dei suoi prodotti, introducendo il metodo di vendita noto come "home party" per mostrare i prodotti ai suoi (meglio sarebbe dire: alle sue) clienti, con le (fantozzianamente famigerate) dimostrazioni organizzate dalla padrona di casa alla quale ella invita le amiche per gustare un buffet tra un oggetto e l'altro.


Venduta l'azienda nel 1958 per 16 milioni di dollari, Tupper divorziò dalla moglie, rinunciò alla cittadinanza a stelle e strisce (per non pagare le tasse) e si trasferì in Costa Rica, dove morì il 5 ottobre 1983, all'età di 76 anni.

Fonti: QUI.

venerdì 21 luglio 2017

Piccola storia di un amore tragico...


Stamattina vi auguro il buongiorno narrandovi la triste storia di due innamorati, novelli Paolo e Francesca, folgorati dall'amore. 

I due incauti amanti si sono appartati in un luogo decisamente poco opportuno - una cabina di distribuzione - e il resto lo fece l'elettricità.

Aggiungo che i due amanti non appartenevano alla specie umana, ma ai molluschi terrestri della famiglia dei Limacidi.

Come si è conclusa la vicenda? Non di certo con il "Coro dei morti di Federico Ruysch e le sue mummie", bensì con il "coro dei porchi" di chi doveva andare a lavorare e ha trovato il portone del garage e il cancello di casa che non si aprivano.


venerdì 14 luglio 2017

UN ALTRO LIBRO ...

Ieri sera è uscito dalla legatoria un altro mio lavoro, dal titolo: "Uno sguardo sulla catalisi - Storia, industria, ambiente vita" (Momenti Aics Editore, Belluno, luglio 2017). 


Il testo nasce con l'intento di raccogliere e ordinare alcuni appunti per le lezioni divulgative a tema "chimico" che ho tenuto a partire dall'Anno Accademico 2013-2014 presso l'Università degli Adulti -Anziani di Belluno e presso i circoli Auser di Ponte nelle Alpi e Pieve d'Alpago (nella foto). 


Ne è scaturito un volumetto di 140 pagine, molto elegante, con una stampa di elevatissima qualità, ma non alieno di qualche imperfezione (apici, pedici, maiuscole, minuscole...) - refusi che per un perfezionista maniaco come me sono "pugni irlandesi".

Alcuni appunti sono stati pubblicati alla rinfusa anche in questo blog; altri costituiscono riflessioni originali che risalgono agli anni di studio e che hanno cominciato a prender forma in occasione di un Carnevale della Chimica da me curato qualche tempo fa QUI, sull'entusiasmo della tesi di laurea (che cito nel testo), di alcuni corsi che mi hanno davvero conquistato e di altre novità nel settore che mi hanno particolarmente affascinato, vuoi per l'aspetto speculativo vuoi per le possibilità applicative.


(dal finale: clikkate per ingrandire)

Non so che accoglienza potrà avere un testo simile: lo presenterò in autunno (lasciatemi il tempo di organizzare) e allora avrete altre notizie. Per ora non è in distribuzione, ma per eventuali interessati preciso che è possibile richiederlo direttamente a me, commentando questo post. I commenti sono moderati, per cui potete chiedere che il vostro messaggio non sia pubblicato. 


mercoledì 12 luglio 2017

IL GRAN BALLO DEGLI SCIENZIATI...

Quando furono diramati gli inviti per il Gran Ballo degli Scienziati:

Pierre e Marie Curie irradiarono entusiasmo;
Einstein pensò che sarebbe stato relativamente semplice parteciparvi;
Ampere ne fu messo al corrente;
Volta si sentì elettrizzato;
Boyle disse che era troppo sotto pressione e quindi non ci sarebbe stato;
Newton odiava i luoghi affollati ma avrebbe comunque partecipato facendosi forza;
Carnot sarebbe stato presente ma senza la moglie (quest'ultima aveva il ciclo...);
Ohm al principio oppose resistenza;
Nepero ebbe un'idea di base: Gauss avrebbe distribuito gli inviti;
Faraday decise di non venire perché si sarebbe sentito in gabbia;
Edison pensò che sarebbe stata un'esperienza illuminante;
anche Godel sarebbe andato volentieri, se solo avesse trovato un completo...;
Stephenson si mise a sbuffare;
i fratelli Wright si sentirono volare;
Schrodinger ci andò e restò anche a casa (a seconda se qualcuno lo osservava oppure no...);
Talete affermò che non aveva mai visto e sentito nulla di simile;
Galois rifiutò con queste poche parole: "Non ho tempo";
anche il dottor Jekyll declinò dicendo che ultimamente non era se stesso;
Franklin, invece, disse che sarebbe arrivato in un lampo;
Hilbert si occupò della sistemazione degli ospiti in albergo;
Maxwell accettò: avrebbe calamitato l'attenzione di tutti;
Riemann rifiutò perché temeva che non si sarebbe ben integrato con gli altri;
Morse avrebbe preso la linea 2 e sarebbe arrivato alle 8 in punto;
Fermi disse che era una notizia atomica;
Peano pensò che del resto non aveva altro da fare...;
Leibniz domandò il punto in cui dovesse convergere per ritrovarsi con gli altri;
Laplace avrebbe accettato solo a patto di trasformare la sala in una discoteca;
Meucci avrebbe telefonato per conferma;
Hertz si sentì sulla cresta dell'onda;
Von Braun si sarebbe precipitato come un missile;
Joule dovette rinunciare per problemi di lavoro;
la moglie di Coulomb si sentì carica;
Pascal decise di accettare: sapeva come creare l'atmosfera giusta;
Henry fu indotto a credere che la sua presenza sarebbe stata particolarmente gradita;
Fourier aveva già una serie di impegni importanti;
Kelvin disse che era in grado di partecipare;
Planck si chiese: "Ma in quanti saremo?";
Tolomeo voleva stare al centro della sala ma Copernico si oppose minacciando di fare una rivoluzione;
Heisenberg non ci poté andare: conosceva l'ora ma non il luogo;
Cantor rifiutò preferendo gli insiemi più compatti;
Abel, invece, accettò di buon grado trovandosi bene in gruppo...
...e Avogadro non fu avvisato: nessuno si ricordava il suo numero.

venerdì 7 luglio 2017

La ricerca di una vita, verso un futuro sostenibile

Gli idrocarburi e i loro prodotti sono essenziali per la crescita dell'economia globale, ma le risorse di combustibili fossili sono in esaurimento ed è dunque necessario cercare fonti di energia alternative. 

La conversione dell'anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali o presente nell'atmosfera in metanolo, utilizzabile a sua volta come carburante o come materia prima per la produzione di altri idrocarburi, rappresenta una soluzione perfetta e a portata di mano. 

Il premio Nobel per la Chimica George A. Olah (1927-2017) racconta queste tematiche di una vita dedicata alla ricerca e il corrispondente impegno per un ambiente più pulito in un futuro sostenibile nelle (poche) pagine di un libro, La ricerca di una vita (Di Renzo Editore).


Nato in Ungheria, Olah studiò a Budapest e lasciò il suo paese natale dopo la "primavera" del 1956 per riparare a Londra. 

Si interessò di idrocarburi fluorurati e Meerwein, professore a Marburgo, per incoraggiare i suoi studi, gli regalò una bombola di BF3.

Da Londra, ove rimase per un tempo assai breve, Olah emigrò in Canada e fu assunto da Dow Chemical: lavorò in Michigan e poi nel Massachussets, per approdare infine all'università di Cleveland.

Dal 1977 fu in California, in un laboratorio creato appositamente per lui a partire dall'anno precedente. Gli studi condotti sugli idrocarburi e sui carbocationi (QUI discutiamo della loro importanza), che gli valsero il Nobel, furono possibili grazie all'impiego dell'acido magico, un superacido ottenuto miscelando HSO3F e SbF5.

A Olah dobbiamo l'idea di una Methanol Economy, ossia di un'economia basata sul metanolo, ottenibile per idrogenazione catalitica di monossido di carbonio e anche di anidride carbonica. 

Dal metanolo si possono ricavare idrocarburi (processi MTG e MTO), additivi per carburanti (MTBE) e altre sostanze utili (formaldeide, alcooli superiori, etc).



martedì 4 luglio 2017

Nel cuore...


Questa sequenza di immagini è stata parafrasata in tanti modi. Ora dò anch'io il mio contributo per ricordare, con tanta nostalgia, la mia tesi di laurea e le conoscenze ad essa sottese, che tanta soddisfazione mi hanno dato qualche anno fa. QUI l'abstract pubblicato.