venerdì 10 febbraio 2017

Per Teodor Cleve e le terre rare...


Ricordo, nel giorno del genetliaco, il chimico svedese Per Teodor Cleve (1840-1905), docente di Chimica all'Università di Uppsala. Scoprì olmio e tulio; intuì che il didimio, prima di allora ritenuto un elemento, fosse in realtà una mescolanza di due elementi (neodimio e praseodimio). Per i suoi studi sugli elementi del blocco f vinse la Medaglia Davy nel 1894.

martedì 7 febbraio 2017

CHIMICA E LETTERATURA ALL'UAA

Ho cominciato ieri il mio ciclo di lezioni all'Università degli Adulti-Anziani (UAA) di Belluno, dedicato a Chimica e Letteratura.

Ho posto l'accento sul fatto che alcuni letterati sono stati conquistati dal fascino della Chimica e non hanno mancato di condividerlo in alcune loro opere.

Ho puntualizzato che per "chimica" s'intende quella da Lavoisier in poi, quando questa scienza fu gratificata da una nomenclatura ragionata per definire elementi e composti, metalli e non metalli, ossidi e anidridi, alcali e acidi.

Goethe usò il concetto di affinità, allora proposto per spiegare il motivo per il quale certe sostanze reagissero e altre no, per interpretare le azioni e le passioni umane, intitolando un suo celebre romanzo Le affinità elettive.


Dissertando sulla forza di attrazione, anche il giovane Giacomo Leopardi riprese il concetto di affinità e dimostrò un certo interesse per le scienze in altri scritti, componendo un Sunto di Chimica e di Storia Naturale all'età di quattordici anni - sebbene il ricordo di Davy e di Volta lampeggi anche nella Palinodia, scritta in età matura.

Edgar Lee Masters, nell'Antologia di Spoon River, offre l'epitaffio di Trainor, il farmacista: questo mescolatore di elementi chimici, riflette sulla prevedibilità delle combinazioni chimiche e sull'imprevedibilità delle azioni umane.


Fabrizio De André sublima la poesia contemplando idrogeno e ossigeno riposare nelle acque degli oceani...


... e poi ancora Levi e Sacks, Gadda e Calvino - che traduce i versi dedicati da Raymond Queneau alla sintesi del polistirene, didascalia per un cortometraggio di Alain Resnais incentrato sulla sintesi di questa comune materia plastica. Alle prossime puntate!

sabato 4 febbraio 2017

Minerali da Baia Mare (Romania)

Baia Mare, ovvero la Grande Miniera, è una località della Transilvania ricca di risorse minerarie, sfruttate ampiamente durante il regime comunista e riconsiderate anche in tempi recenti.


La storia di questa località è antica: i primi insediamenti risalgono al Paleolitico, anche se i ritrovamenti più importanti sono databili all'età del Bronzo

L'attività mineraria è documentata a partire dagli inizi del XIV secolo, quando la città era chiamata Rivulus Dominarum. Il dominio su di essa fu conteso nei secoli successivi da vari signorotti locali; dal XVI secolo fu oggetto di interesse di nobili ungheresi. 

Anche la zona di Baia Mare seguì poi le sorti del regno di Ungheria, sotto gli Asburgo fino al 1918, e poi del Regno di Romania, fino al 1940. Tra il 1940 e il 1945 tornò ad essere parte dell'Ungheria per venir riconsegnata alla Romania al termine della guerra. 


Nella foto sotto, vedete alcuni campioni di minerali da Baia Mare in una confezione "turistica" che conservo in soffitta: un acquisto di quando ero ragazzino, ben conservato anche se non di pregio.


... un saluto al più transilvano dei miei amici: Cristian Burde! Kida!!!